Saturday, November 01, 2008

meglio le capre


Se avessi il potere di tornare indietro nel tempo mi piacerebbe andare proprio molto indietro. Già nel mille e trecento sarebbero troppo evoluti, non tornerei all’epoca romana perché ripiomberei in una metropoli…tornerei al novecentoventisei dopo Cristo. Quello è l’anno in cui Pupi Avati ha ambientato il suo Magnificat. Credo che li me ne starei bel bella a munger capre e a mescolar minestre sul focolare. Adesso spiego da dove m’è sorta questa riflessione. Oggi è la festa di Ognissanti e tutti i super erano aperti. Bon.Io ne ho approfittato per la spesona (non ho mai tempo nei giorni feriali). Prima ho depositato mio figlio all’allenamento di rugby (prima prima mi ero svegliata e in automatico, velocemente avevo messo su lavatrici e colazioni e rifatto i letti e preso un analgesico per l’emicrania).
I supermercati sono stati due: uno per il latte e il detersivo, l’altro per il prosciutto cotto e i succhi di frutta. Ormai non sono più io a fare la spesa, sono le offerte speciali a riempirmi casa. Ho quindi fatto due file alla cassa, lunghe entrambe, popolate di mariti e mogli e papà e mamme simili a noi.
Mi sono svegliata alle otto. Alle tredici mi è sorta la riflessione di questo post.
Mi piacerebbe trasferirmi nelle terre del Signore di Malfole.Li la gente credeva che «il Sole si riposasse in fondo al mare, e ovunque era visto il segno della presenza di Dio nelle cose, nelle trasparenze, nelle acque».

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