Thursday, October 30, 2008

il lamento della regina del focolare


Si racconta di un detenuto nei campi di concentramento nazisti che continuava ogni mattina a radersi perché riconosceva in quel gesto un baluardo contro l’annientamento della propria identità e un metodo di sopravvivenza. troppo spesso al mattino arraffo indistintamente le cose che indosso in casa e parto per la mia corsa della casalinga disperata. E’ una vita grama, costellata di caffè e taralli, è un vero tunnel da cui vorrei uscire. Il morbo della ciabatta non infetta indistintamente. Alcune donne resistono e rimangono donne, altre meno. Fosse posso ancora farcela: se sentite un sibilo sono le mie unghie sui vetri.

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